Lazzoduro - Motodipendenti Serravalle Sesia

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Lazzoduro

Diari di viaggio > 2014
“Alpinisti a motore”, così qualcuno ha definito i partecipanti a questa maratona di passi alpini per motociclisti, la definizione mi piace, detta peraltro con il massimo rispetto verso gli alpinisti veri, che si guadagnano le vette a piedi con fatica e sudore. Di cosa stiamo parlando? Di un motogiro chiamato “Lazzoduro” giunto quest’anno alla decima edizione. La manifestazione prevede di percorrere trenta passi alpini in un solo giorno, per un totale di circa 700 km, una sfida solo con sé stessi, si parte prima dell’alba e non c’è limite di tempo. Ma veniamo a noi: è una serata di fine estate scorsa al Motoclub Motodipendenti di Serravalle, si parla di questi “pazzi” e visto che anche a noi non manca né la passione per le strade di montagna né un pizzico di pazzia in quattro (Antonio, Daniele, Gian Mauro e Giampiero) decidiamo di provarci.
La prima cosa da capire è se accetteranno la nostra iscrizione, in quanto trattasi di un evento a numero chiuso, non ci resta che contattarli e tenere d’occhio il loro sito (www.lazzoduro.it). Appena aperte le iscrizioni inviamo i moduli e attendiamo notizie , dopo qualche disguido con le mail, riusciamo ad avere la conferma dell’iscrizione ed a procedere con il versamento della quota, che prevede il motogiro ed il successivo pernottamento in hotel a Corvara in Badia, meta finale della maratona.
A noi quattro motodipendenti si aggiungerà l’amico Paolo, che poco dopo di noi riceve la conferma dagli organizzatori. La partenza è come tutti gli anni nei dintorni di Lecco, quindi dovremo organizzarci per il pernottamento nelle vicinanze, in modo da partire riposati per il giro. Antonio si incarica di trovare un Bed&Breakfast nelle vicinanze,la scelta ricade su Suello, un paese tranquillo a una decina di chilometri da Lecco. È fatta, ora non ci resta che capire se saremo in grado di arrivare sino in fondo facendo tutti e trenta i passi. Il giro è fatto in modo che in caso di problemi si possano prendere delle scorciatoie ed arrivare comunque all’albergo, ma noi non prendiamo minimamente in considerazione la cosa (vero Antonio?). A questo punto la cosa migliore che possiamo fare è cercare di allenarci sui passi alpini, ma a causa del meteo o degli impegni riusciamo a fare solo un uscita seria di allenamento per un totale di 680 km tra Italia e Francia, percorrendo cinque passi alpini (arrivare a trenta sarà un atra cosa). Ma ormai non c’è più tempo: è il 20 giugno e si parte. Gli organizzatori del giro ci aspettano a Lecco per un aperitivo e per darci ulteriori dettagli sull’evento. La partenza è prevista all’alba del 21 giugno e sono previsti circa 200 partecipanti, quindi per sveltire le procedure ci viene consegnato già la sera prima il materiale (road- book, cartina ed adesivi per moto e casco per riconoscerci durante la giornata). Torniamo a Suello e cerchiamo un locale per la cena, la serata trascorre piacevolmente ma è meglio andare a dormire presto, domani ci aspetta una lunga giornata. La notte è un poco agitata, si fatica a riposare e la sveglia è prevista per le 3 (si un po’ prestino ma non possiamo permetterci di arrivare in ritardo). Arriviamo al Coyote Ugly a Ballabio, punto di partenza del giro, tra i primi, e alle 5:10 siamo pronti per partire.

Il percorso non è segnalato e noi non conosciamo la zona, in caso di problemi abbiamo il navigatore satellitare, ma gli organizzatori ci hanno dato dei foglietti plastificati ed adesivi su cui sono segnati i paesi e i passi che dobbiamo attraversare nella sequenza corretta (semplice ed efficace), io li attacco al serbatoio in modo da averli sempre sott’occhio. Finalmente si parte, l’aria a quest’ora è frizzante ma le previsioni meteo sono buone e quindi siamo ottimisti. I chilometri scorrono veloci e ci troviamo a vedere l’alba sui passi, sulla strada siamo solo noi ed è una sensazione appagante: moto, natura ed amici, che si può chiedere di più? Dopo i primi sei passi la strada si fa più impegnativa e stretta per salire ai 1828 m del passo del Vivione dove facciamo una pausa e aspettiamo l’arrivo di Giampiero che con la sua imponente Honda Goldwing 1800, moto sicuramente più a suo agio sulle autostrade che sui tornanti, è il più svantaggiato dove le strade si stringono.

Seguono i passi dell’Aprica, di St. Cristina e l’impegnativo Mortirolo. Arrivati a Pontedilegno troviamo il punto di ristoro, siamo ad un terzo del giro e la sosta è utile per cibo, acqua, benzina ecc. Ci fermiamo tutti tranne Giampiero che, attardato, ne approfitta per recuperare. Si riparte: passo del Tonale e della Mendola, dove arriviamo alle 12 circa. Ci fermiamo ad aspettare la Goldwing che arriva subito dopo di noi, Giampiero stoicamente non scende nemmeno dalla moto e riparte. Ci rendiamo conto che in sette ore abbiamo fatto solo dodici passi, siamo in ritardo. Ripartiamo con l’intenzione di andare un poco più spediti, ma ora le strade sono affollate, si trova di tutto, dai camper ai ciclisti, in alcuni tratti sembra di essere ad Arona la domenica tante moto incrociamo! Un piccolo errore di navigazione ci costringe a ritornare indietro (stavamo per prendere una scorciatoia… non sia mai!). Fortunatamente i passi sono vicini, san Lugano/Pramadiccio/Lavazè . una breve sosta al lago di Carezza, lo spettacolo è notevole! Mentre parcheggiamo passa Giampiero che ci avvisa con il clacson e continua senza fermarsi, non vuole mollare e la sua tattica prevede un passo più tranquillo (obbligato dalla stazza della sua moto) e zero soste!

Due foto e poi si riparte: passo di Costalunga/ San Pellegrino/ Valles e passo Rolle. Siamo a diciannove e la stanchezza comincia a farsi sentire; ora ci siamo separati in 2 gruppi, davanti Gian Mauro, Paolo ed io, a poca distanza Antonio fa compagnia a Giampiero. Passo Cereda/ Forcella Aurine/ Duran/ Forcella Staulanza ed arriviamo al ventiquattresimo della lista, il passo Giau. Siamo nelle Dolomiti Bellunesi a 2236 m e lo spettacolo è da togliere il fiato, quindi ci fermiamo a fare delle foto. I prossimi cinque passi sono tutti oltre i 2000 m, io comincio a essere in difficoltà a tenere il passo e mi accorgo che non sto guidando bene, cerco di risparmiare le forze ma così facendo mi rendo conto che è la moto che porta me e non è una bella cosa. Superiamo i passi Falzarego e Valparola ed arriviamo a Corvara, ma non è ancora finita: ora ci aspetta un percorso ad anello (il lazzo da cui il nome del giro) che ci riporterà a Corvara scavalcando i passi Gardena/ Sella/ Pordoi e Campolongo. La vista pur breve del punto finale del giro mi dà energia, ora ho il pieno controllo, i passi si susseguono veloci e alla salita del Pordoi mi sento in piena forma e aggredisco i tornanti seguito come un ombra da Gian Mauro, ora è Paolo a rimanere leggermente staccato.

In cima al passo lo spettacolo è unico, il sole è calato ed ora come all’alba siamo solo noi: saranno queste considerazioni oppure la temperatura che a queste quote cala rapidamente, ma per un attimo ho i brividi! Si riparte nuovamente, non resta che il passo di Campolongo a separarci dall’arrivo. Sono le 20:15 quando arriviamo a Corvara, esattamente quindici ore dalla partenza, gli organizzatori registrano il nostro arrivo e ci indicano gli alberghi assegnati. Il pensiero va ad Antonio e Giampiero,chissà a che punto sono? Al telefono non rispondono. Andiamo in albergo, tempo di una doccia veloce ed eccoli arrivare. Facciamo in tempo a cenare prima che chiudano le cucine, che giornata! La soddisfazione e la stanchezza unite disegnano un strano sorriso sui nostri volti, ci siamo riusciti! Dopocena ci aspetta la lotteria ed i saluti degli organizzatori, Giampiero è stremato, ha compiuto un impresa visto che la sua moto pesa oltre 400 kg in ordine di marcia! Noi non possiamo mancare, attendendo la lotteria vediamo ancora dei partecipanti arrivare, sono quasi le 23. La serata si conclude con i saluti degli organizzatori e l’impressione che sarà un arrivederci al prossimo anno. la mattina seguente facciamo i bagagli e ci avviamo verso casa,ovviamente non per la strada più breve,vogliamo vedere la Marmolada,quindi in sequenza i passi Valparola/Falzarego/Giau e Fedaia.

Una breve sosta per le foto,poi proseguiamo sino a Bolzano a prendere l’autostrada che ci riporterà a casa. Alle fine il contachilometri segnerà 1400km fatti in un weekend che a tutti noi resterà impresso per molto tempo, L’unico rimpianto è di non aver avuto molto tempo per fotografare i paesaggi meravigliosi che abbiamo attraversato.
Se vi chiedete che cosa spinge noi motociclisti ad affrontare una prova di resistenza come questa…. in verità non saprei cosa rispondere,ma se aveste visto il sorriso che tutti noi avevamo sotto il casco mentre rientravamo a Serravalle dove altri amici erano ad attenderci,ecco forse quello basterebbe a giustificare questa pazzia.
Daniele del moto club “motodipendenti”
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